giovedì 11 dicembre 2008

Il bambino e il mondo...


L’argomento di cui mi occupo oggi è di come il bambino arriva a conoscere il mondo che lo circonda, e questo attraverso il punto di vista dello psicologo Piaget. Piaget ha contribuito ad una teoria di maggior peso sulla crescita intellettiva dei bambini, egli pone in evidenza le funzioni biologiche e le influenze ambientali che danno il via ai mutamenti evolutivi dell’organizzazione, ovvero nella struttura, dell’intelletto. Lo psicologo svizzero definisce l’intelligenza come una funzione vitale fondamentale che aiuta l’organismo ad adattarsi all’ambiente. Questa è una forma di equilibrio alla quale tutte le strutture cognitive tendono. Piaget descriveva la crescita intellettiva come un processo attivo in cui i bambini ripetutamente assimilano nuove esperienze ed accomodano le loro strutture cognitive a queste esperienze. L’adattamento e l’organizzazione rendono possibile ai bambini di costruire una comprensione sempre maggiore del mondo in cui vivono. Piaget fu in grado di identificare quattro modelli di ragionamento correlati all’età e che, a suo avviso, rappresentano differenti stadi di crescita intellettiva. Questi importanti periodi dello sviluppo cognitivo sono:
-lo stadio senso motorio(dalla nascita a 2 anni),
-lo stadio pre operatorio(da 2 a 7 anni),
-lo stadio delle operazioni concrete(da 7 a 11 anni),
-lo stadio delle operazioni formali(da 11 anni in poi).
Secondo Piaget tutti i bambini passeranno attraverso questi stadi senza poterli saltare, perché ciascun stadio si costruisce sul completamento di tutti gli stadi precedenti. La teoria di Piaget non è una teoria dell’educazione, ma diversi educatori hanno appreso dal lavoro dello psicologo, che i bambini sono per natura individui dotati di curiosità che imparano meglio costruendo la loro stessa conoscenza attraverso esperienze di aspetti relativamente nuovi, cioè dalle informazioni che stimolano la loro comprensione e li inducono a rivalutare ciò che già sanno
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